Velo bianco
Ore 11.30. Email di Alex: "Stasera vado a informarmi per il karate, sempreche' smetta di nevicare"
Ore 13.30. Telefonata di papa': "Sono andato a prendere il bimbo all'asilo. Senza catene non si viene piu' a casa"
Ore 14.30. Telefonata di Alex: "Le strade sono bianche, la mia auto e' gia' bloccata da cumuli di neve"
Ore 16.00. Telefonata di Alex: "Ci sono 2 incidenti sulla statale e strade coperte, ti consiglio di prendere il treno"
Ore 16.40. MI ARRENDO.
Non ho nessuna voglia di montare le catene, ne' di affrontare incidenti o tormente di neve.
Lascio la mia auto nel parcheggio aziendale e opto per il treno.
Che , in ritardo, divora quei 15 minuti che mi portano a 5 kilometri da casa.
Fuori dai finestrini.... bianco.
Un bianco interminabile che riempie e acceca la vista....
Scendo dal treno, gli anfibi sprofondano nel bianco.
Decine di persone con me, in fila, ai bordi della strada .
Poi in fila per i biglietti. Altri 20 minuti d'attesa.
E finalmente sono al caldo della corriera che mi porta a casa. Ultima salita .
Nel frastuono dello spartineve che indaffarato pulisce queste ripide strade tra una folla di proprietari armati di pala che si sbattono per aprire varchi verso la propria porta....uomini che di consueto si odiano .....ma che in queste strane occasioni.....giungono persino ad aiutarsi a vicenda...
1 ora e un quarto per coprire 15 stupidi kilometri.
Ma finalmente sono arrivata.
...e qui è un magico, bianco silenzio.
Tutto inghiottito da questa bianca onnipotenza.... che copre pene, grigiori, pensieri, evoluzioni.
"Autostrada del sole chiusa fino a Firenze"
...Sorrido........ dolori... frustrazioni, ..PPUFFFFFFF.... svaniti in questo candore che tutto fagocita ......
...Sorrido e penso ......a quanto si briga per costruire, edificare, evolvere, risolvere, pianificare.....
.... e quanto poco basta a madre natura...per distruggere....o anche solo .....per stendere il suo lindo velo su questo sporco mondo........e restare li' sorniona a osservarci mentre ci dimeniamo, inermi, tra mille difficoltà.
venerdì, gennaio 30, 2004
martedì, gennaio 27, 2004
MEMORIA
La fucilazione del 3 maggio 1808 - 1814, Francisco Goya y Lucientes
Nel 1808 la popolazione di Madrid si era sollevata contro le truppe d'occupazione napoleoniche, ma la rivolta era stata stroncata nel sangue. Nella scena della fucilazione, al buio della sera, sceso anche sulle coscienze, soldati senza volto eseguono meccanicamente l'ordine dell'esecuzione; i condannati sono sconvolti dal terrore.
Non sono eroi che si immolano, ma popolani travolti dagli eventi:sembrano invocare pietà e fanno capire che la storia dei popoli passa attraverso il sangue della gente.
Un camiciotto candido, prossimo a essere trapassato dalle pallottole, diventa lo stendardo di una denuncia universale contro la guerra.
Massacro di Corea, 1951, Pablo Picasso
Picasso rivolge un ennesimo appello al pubblico; nella composizione il quadro volutamente richiama la scena della fucilazione di Goya del 1808. Il dipinto rappresenta un drappello di automi che sta per dar fuoco su un gruppo di donne e bambini nudi; ciò che colpisce è la fisionomia deformata e assolutamente anonima del plotone. Composto da esseri quasi privi di vita, a sottolineare la mostruosita' di tutto ciò che è violenza ed oppressione; il quadro acquista così universalità per l'indeterminatezza in cui è lasciata l'identità dell'aggressore: è una condanna non di un massacro particolare, ma di tutti gli orrori che la guerra, la malvagità umana, compiono in tutto il mondo.
1999 ... Fino a quando ?
La fucilazione del 3 maggio 1808 - 1814, Francisco Goya y Lucientes
Nel 1808 la popolazione di Madrid si era sollevata contro le truppe d'occupazione napoleoniche, ma la rivolta era stata stroncata nel sangue. Nella scena della fucilazione, al buio della sera, sceso anche sulle coscienze, soldati senza volto eseguono meccanicamente l'ordine dell'esecuzione; i condannati sono sconvolti dal terrore.
Non sono eroi che si immolano, ma popolani travolti dagli eventi:sembrano invocare pietà e fanno capire che la storia dei popoli passa attraverso il sangue della gente.
Un camiciotto candido, prossimo a essere trapassato dalle pallottole, diventa lo stendardo di una denuncia universale contro la guerra.
Massacro di Corea, 1951, Pablo Picasso
Picasso rivolge un ennesimo appello al pubblico; nella composizione il quadro volutamente richiama la scena della fucilazione di Goya del 1808. Il dipinto rappresenta un drappello di automi che sta per dar fuoco su un gruppo di donne e bambini nudi; ciò che colpisce è la fisionomia deformata e assolutamente anonima del plotone. Composto da esseri quasi privi di vita, a sottolineare la mostruosita' di tutto ciò che è violenza ed oppressione; il quadro acquista così universalità per l'indeterminatezza in cui è lasciata l'identità dell'aggressore: è una condanna non di un massacro particolare, ma di tutti gli orrori che la guerra, la malvagità umana, compiono in tutto il mondo.
1999 ... Fino a quando ?
L'IBM e la Shoah
“Le strette ed altamente redditizie relazioni che le grandi corporation americane, Coca Cola, IBM, Ford, General Motors e ITT, svilupparono con le loro sussidiarie o associate nella Germania di Hitler, prima, durante e dopo la guerra, non hanno ricevuto molta attenzione da parte degli storici più noti (..)
”(Jacques R.Pauwels, Il mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale, Datanews, Roma 2003)
Impressionante al riguardo la vicenda del diretto e risolutivo contributo dell’IBM al buon funzionamento dei campi di lavoro, prigionia e di sterminio del Terzo Reich, ricostruita nel meticoloso studio di Edwin Black, L'IBM e l’Olocausto (Rizzoli, Milano 2001), che mostra anche quanto l’IBM concorse alla rovina degli ebrei polacchi a partire dal loro censimento:” La quantificazione e l’irreggimentazione dei dati demografici riguardanti gli ebrei di Varsavia e dell’intera Polonia da parte dei nazisti furono a dir poco spettacolari, un’impresa che aveva dell’incredibile. La segretezza, le condizioni brutali e l’ignoranza delle vittime avrebbero impedito al mondo di sapere come i nazisti fossero riusciti a tabulare le informazioni su 360.000 anime nel giro di 48 ore. Sappiamo però che il Terzo Reich disponeva di un solo metodo per la tabulazione dei censimenti:il sistema Hollerith della Dehomag. L’IBM era inoltre presente in Polonia, con una sede centrale a Varsavia. L’officina tipografica per le schede perforate, ubicata al numero 6 di via Rymarska, distava solo pochi metri dal ghetto. Là dentro furono prodotti oltre venti milioni di schede(…)”
“Le strette ed altamente redditizie relazioni che le grandi corporation americane, Coca Cola, IBM, Ford, General Motors e ITT, svilupparono con le loro sussidiarie o associate nella Germania di Hitler, prima, durante e dopo la guerra, non hanno ricevuto molta attenzione da parte degli storici più noti (..)
”(Jacques R.Pauwels, Il mito della guerra buona. Gli Usa e la Seconda Guerra Mondiale, Datanews, Roma 2003)
Impressionante al riguardo la vicenda del diretto e risolutivo contributo dell’IBM al buon funzionamento dei campi di lavoro, prigionia e di sterminio del Terzo Reich, ricostruita nel meticoloso studio di Edwin Black, L'IBM e l’Olocausto (Rizzoli, Milano 2001), che mostra anche quanto l’IBM concorse alla rovina degli ebrei polacchi a partire dal loro censimento:” La quantificazione e l’irreggimentazione dei dati demografici riguardanti gli ebrei di Varsavia e dell’intera Polonia da parte dei nazisti furono a dir poco spettacolari, un’impresa che aveva dell’incredibile. La segretezza, le condizioni brutali e l’ignoranza delle vittime avrebbero impedito al mondo di sapere come i nazisti fossero riusciti a tabulare le informazioni su 360.000 anime nel giro di 48 ore. Sappiamo però che il Terzo Reich disponeva di un solo metodo per la tabulazione dei censimenti:il sistema Hollerith della Dehomag. L’IBM era inoltre presente in Polonia, con una sede centrale a Varsavia. L’officina tipografica per le schede perforate, ubicata al numero 6 di via Rymarska, distava solo pochi metri dal ghetto. Là dentro furono prodotti oltre venti milioni di schede(…)”
domenica, gennaio 25, 2004
Qualcuno mi scrive chiedendomi dove ho dormito e quanto ho speso per un weekend a Venezia.
Tasto dolente ...
Dunque...ripartiamo dal principio.....ma questa volta....(finalmente)...per finire!
Tempo di bilanci
(Madonna con bambino, Caterina e Maddalena - Giovanni Bellini (1490) Gallerie dell'Accademia)
In principio si decide di partire in auto. Scopriamo però che i parcheggi veneziani viaggiano a suon di 25 euri al giorno. Decisamente troppi. Treno dunque. Col pendolino sono 84 euro totali. Ancora troppi.
Il treno bestiame , altresì chiamato interregionale, costa invece solo 40 euri a famiglia.
Ci aggiudichiamo quello, che ci salva da sicura rovina.
Ma ad attenderci in pole position alla stazione ferroviaria veneziana è la prima tra i tanti rapinatori che incontreremo in seguito, la 'bigliettara' dei traghetti:
"abbonamento adulto 72 ore EURO 22"
Cristo!!!!!
Buona notizia però: "I bimbi fino a 4 anni", dice la 'sdora', " sono gratis".
Bene, tiro fuori 44 EURI.
Ma la sdora si fa sospettosa e inforca l'occhialino.
Guarda il pupone. E fa gesto negativo col viso.
"E' troppo grande!" "Deve pagare!" .
“Ma come? Ha 4 anni!!! "
"Non importa, è troppo alto".
"Vabbé…..Quanto costa il ridotto?"
"Non esiste ridotto, prezzo pieno anche per lui"
Okok, ho già capito.
Il budget del weekend viene dunque inevitabilmente compromesso fin dal principio dalla 'traghettara'. Ma veniamo al sodo. .......Qualcuno dice che la cultura è per tutti.
Ebbene....diffidate di lui:MENTE SPUDORATAMENTE.
Se a Venezia non vai con le tasche piene…puoi molto velocemente fare marcia indietro e ritornare a casa senza aver visto uno straccio di nulla. Viceversa prepara 15 euri (a cranio) x il musei civici, 10 per Giorgione e le Gallerie dell’accademia. E non dimentichiamo le chiese. 2,5 euro cadauna.
Ma il colpo letale deve ancora giungere. Se vuoi nutrirti devi molto probabilmente chiedere un mutuo in banca. Si perchè a Venezia tutto è pensato a misura di turista danaroso giapponese. Una pizza margherita non costa meno di 7 euro, un piatto di pasta difficilmente meno di 9. E non mi riferisco affatto al ristorante fighetto…ma anche a un semplice e spartano snack bar con tavolini da 50 x 50 cm. Sicché si decide una sera di optare per un ristorante cinese , i cui prezzi sono limpidamente esposti all'esterno e paiono decisamente in linea con quelli bolognesi. Mangiamo senza miseria le svariate portate ordinate certi di non sfondare un conto eccessivo.
Una volta fuori domando ad Alex quanto ha speso.
“…spetta che guardo….65 euro”. “65 euro??????????????????????? a un cinese???”
Il fumo mi esce dal narici, dalle orecchie, dalle corna.... dal piumino puzzolente di fritto.
Prendo bufalescamente la ricevuta in mano.
Ovvio, non sono indicate le singole voci... ma soltanto il totale.
Torno furibonda alla bacheca col menù esposto all'esterno del locale. Grrr.....La somma dei prezzi della porcheria che abbiamo mangiato non supera certamente i 40 euro......
Ma quel nobiluomo di mio marito mi impedisce di rientrare a fare una piazzata!!
Morale: devo non solo constatare, ma pure mandare giù.....che siamo appena stati vittime di una rapina bell'e buona!!!!!!!!!!!!!
E questo è ciò che nuovamente tenta di accadere in altre due occasioni, quando, da sospettosa controllora di scontrini, smaschero commercianti aguzzini che a suon di 50 centesimi in più per ogni conto...spennano i turisti. (...magra soddisfazione ...)
Infine.... sferriamo pure una freccia in favore delle bellezze di Venezia che non hanno mancato ancora una volta di incantarmi e che meriterebbero ben più spazio di queste ultime tre righe striminzite.
Prima fra tutto l’architettura: un tripudio di fantasia, di ricchezza magnificente ostentata armoniosamente in ogni palazzo , anche se nascosto nella calla più sperduta.
Una delle tante sorprese…è la scala del Bovolo, imboscata in un un arzigogolo di calli...che non saprei ritrovare!!!
Splendida. Leggera... di quella leggerezza che a Venezia è raro non riscontrare in ogni luogo.
Poi l’arte… il primo 500’ di Bellini e di Giorgione (il mio dipinto prediletto di quest'ultimo è senza dubbio I tre filosofi, già splendidamente raccontato dal Sig.Mantellini) mi ha letteralmente incantato.
A consuntivo ciò che resta, come di consueto, sono soltanto ricordi positivi.
E il desiderio di ripartire.
Il prossimo inverno…pare giungano dalla Tate Gallery un centinaio di dipinti di Turner. Appuntamento da non mancare.
Dunque....nonostante tutto....arrivederci Venezia!!!!!
Tasto dolente ...
Dunque...ripartiamo dal principio.....ma questa volta....(finalmente)...per finire!
Tempo di bilanci
(Madonna con bambino, Caterina e Maddalena - Giovanni Bellini (1490) Gallerie dell'Accademia)
In principio si decide di partire in auto. Scopriamo però che i parcheggi veneziani viaggiano a suon di 25 euri al giorno. Decisamente troppi. Treno dunque. Col pendolino sono 84 euro totali. Ancora troppi.
Il treno bestiame , altresì chiamato interregionale, costa invece solo 40 euri a famiglia.
Ci aggiudichiamo quello, che ci salva da sicura rovina.
Ma ad attenderci in pole position alla stazione ferroviaria veneziana è la prima tra i tanti rapinatori che incontreremo in seguito, la 'bigliettara' dei traghetti:
"abbonamento adulto 72 ore EURO 22"
Cristo!!!!!
Buona notizia però: "I bimbi fino a 4 anni", dice la 'sdora', " sono gratis".
Bene, tiro fuori 44 EURI.
Ma la sdora si fa sospettosa e inforca l'occhialino.
Guarda il pupone. E fa gesto negativo col viso.
"E' troppo grande!" "Deve pagare!" .
“Ma come? Ha 4 anni!!! "
"Non importa, è troppo alto".
"Vabbé…..Quanto costa il ridotto?"
"Non esiste ridotto, prezzo pieno anche per lui"
Okok, ho già capito.
Il budget del weekend viene dunque inevitabilmente compromesso fin dal principio dalla 'traghettara'. Ma veniamo al sodo. .......Qualcuno dice che la cultura è per tutti.
Ebbene....diffidate di lui:MENTE SPUDORATAMENTE.
Se a Venezia non vai con le tasche piene…puoi molto velocemente fare marcia indietro e ritornare a casa senza aver visto uno straccio di nulla. Viceversa prepara 15 euri (a cranio) x il musei civici, 10 per Giorgione e le Gallerie dell’accademia. E non dimentichiamo le chiese. 2,5 euro cadauna.
Ma il colpo letale deve ancora giungere. Se vuoi nutrirti devi molto probabilmente chiedere un mutuo in banca. Si perchè a Venezia tutto è pensato a misura di turista danaroso giapponese. Una pizza margherita non costa meno di 7 euro, un piatto di pasta difficilmente meno di 9. E non mi riferisco affatto al ristorante fighetto…ma anche a un semplice e spartano snack bar con tavolini da 50 x 50 cm. Sicché si decide una sera di optare per un ristorante cinese , i cui prezzi sono limpidamente esposti all'esterno e paiono decisamente in linea con quelli bolognesi. Mangiamo senza miseria le svariate portate ordinate certi di non sfondare un conto eccessivo.
Una volta fuori domando ad Alex quanto ha speso.
“…spetta che guardo….65 euro”. “65 euro??????????????????????? a un cinese???”
Il fumo mi esce dal narici, dalle orecchie, dalle corna.... dal piumino puzzolente di fritto.
Prendo bufalescamente la ricevuta in mano.
Ovvio, non sono indicate le singole voci... ma soltanto il totale.
Torno furibonda alla bacheca col menù esposto all'esterno del locale. Grrr.....La somma dei prezzi della porcheria che abbiamo mangiato non supera certamente i 40 euro......
Ma quel nobiluomo di mio marito mi impedisce di rientrare a fare una piazzata!!
Morale: devo non solo constatare, ma pure mandare giù.....che siamo appena stati vittime di una rapina bell'e buona!!!!!!!!!!!!!
E questo è ciò che nuovamente tenta di accadere in altre due occasioni, quando, da sospettosa controllora di scontrini, smaschero commercianti aguzzini che a suon di 50 centesimi in più per ogni conto...spennano i turisti. (...magra soddisfazione ...)
Infine.... sferriamo pure una freccia in favore delle bellezze di Venezia che non hanno mancato ancora una volta di incantarmi e che meriterebbero ben più spazio di queste ultime tre righe striminzite.
Prima fra tutto l’architettura: un tripudio di fantasia, di ricchezza magnificente ostentata armoniosamente in ogni palazzo , anche se nascosto nella calla più sperduta.
Una delle tante sorprese…è la scala del Bovolo, imboscata in un un arzigogolo di calli...che non saprei ritrovare!!!
Splendida. Leggera... di quella leggerezza che a Venezia è raro non riscontrare in ogni luogo.
Poi l’arte… il primo 500’ di Bellini e di Giorgione (il mio dipinto prediletto di quest'ultimo è senza dubbio I tre filosofi, già splendidamente raccontato dal Sig.Mantellini) mi ha letteralmente incantato.
A consuntivo ciò che resta, come di consueto, sono soltanto ricordi positivi.
E il desiderio di ripartire.
Il prossimo inverno…pare giungano dalla Tate Gallery un centinaio di dipinti di Turner. Appuntamento da non mancare.
Dunque....nonostante tutto....arrivederci Venezia!!!!!
venerdì, gennaio 23, 2004
Ma contro ogni più ottimistica aspettativa, mentre il maltempo imperversa ancora su tutta la penisola, il lunedì mattina ci coglie di sorpresa un cielo azzurro che profuma di primavera. Sul mio viso cinereo è ancora stampato il furore per quanto accaduto la sera precedente e l'orgoglio ferito si ostina a non mollare la presa. Ma dopo ormai 2 interi giorni di pioggia estenuante abbiamo ormai visitato ed esaurito tutti i musei, mostre, accademie a disposizione , e siamo così pronti per girovagare senza meta e in totale serenità (si fa per dire...)tra calli e campielli, a caccia di chiese, palazzi, e atmosfere da ricordare.
La nostra passeggiata prevede un percorso circolare attraverso il centro storico, percorso che dovrebbe permetterci in tutta comodità di riuscire a prendere il treno delle 17.
Ma è a questo punto che dinanzi alla Chiesa dei Carmini (io sempre a dovuta distanza di sicurezza dai miei uomini) si avvicina alla sottoscritta uno splendido esemplare di giovane olandese che domanda affabilmente , con sorriso a 32 denti, conferma sulla direzione per la stazione dei treni.
Una strana agitazione ormonale tenta di sopraffarmi mentre con fare determinato mostro sulla carta la facciata della chiesa e indico la direzione per la ferrovia. Vedo il giovane perplesso.
"Are you sure??? Are you a tourist too??"
"Oh yes i'm from Bologna" . E mentre ostinatamente difendo e argomento la mia teoria, gli offro in dono, in un impeto di generosità , pure la mia preziosa mappa, certa di non essere affatto priva di uno spiccato senso dell' orientamento. Riesco così a spedire il giovanotto nella direzione che io stessa, assieme ai miei prodi ,seguirò di lì a poco seppur a passo più lento.
…Ma dopo 25 min su vicoli e lungocanali che paiono dimenticati dal tempo…si fa sempre più strada il dubbio che si sia persa la strada giusta. Un passante conferma i nostri dubbi.: ci siamo persi!!!
Mio marito non sa trovare di meglio che chiedermi: “Ma dove cazzo hai messo la mappa????”
Mentre i miei pensieri corrono al povero olandese che era a conoscenza della giusta direzione…ma che io ho messo sulla strada sbagliata spedendolo, convincente, nella direzione opposta.
Chissà che fine ha fatto.....chissà quali bestemmie avrà urlato in mia direzione..... mentre i miei due uomini se la ridevano di brutto alle sue spalle ..e alle mie....
(TO BE CONTINUED)
La nostra passeggiata prevede un percorso circolare attraverso il centro storico, percorso che dovrebbe permetterci in tutta comodità di riuscire a prendere il treno delle 17.
Ma è a questo punto che dinanzi alla Chiesa dei Carmini (io sempre a dovuta distanza di sicurezza dai miei uomini) si avvicina alla sottoscritta uno splendido esemplare di giovane olandese che domanda affabilmente , con sorriso a 32 denti, conferma sulla direzione per la stazione dei treni.
Una strana agitazione ormonale tenta di sopraffarmi mentre con fare determinato mostro sulla carta la facciata della chiesa e indico la direzione per la ferrovia. Vedo il giovane perplesso.
"Are you sure??? Are you a tourist too??"
"Oh yes i'm from Bologna" . E mentre ostinatamente difendo e argomento la mia teoria, gli offro in dono, in un impeto di generosità , pure la mia preziosa mappa, certa di non essere affatto priva di uno spiccato senso dell' orientamento. Riesco così a spedire il giovanotto nella direzione che io stessa, assieme ai miei prodi ,seguirò di lì a poco seppur a passo più lento.
…Ma dopo 25 min su vicoli e lungocanali che paiono dimenticati dal tempo…si fa sempre più strada il dubbio che si sia persa la strada giusta. Un passante conferma i nostri dubbi.: ci siamo persi!!!
Mio marito non sa trovare di meglio che chiedermi: “Ma dove cazzo hai messo la mappa????”
Mentre i miei pensieri corrono al povero olandese che era a conoscenza della giusta direzione…ma che io ho messo sulla strada sbagliata spedendolo, convincente, nella direzione opposta.
Chissà che fine ha fatto.....chissà quali bestemmie avrà urlato in mia direzione..... mentre i miei due uomini se la ridevano di brutto alle sue spalle ..e alle mie....
(TO BE CONTINUED)
Anche piccioni, basta che non siano uomini!
Dell'acqua alta .....nemmeno l'ombra.
Dell'acqua dal cielo.... a flutti !!!
Dell'acqua per terra...infiniti e sterminati laghi in ogni dove.
Dunque dell'umore...beh...lascio immaginare....
Soprattutto quando tutto il tuo tempo lo trascorri a rammentare a tuo figlio che deve castrare ogni suo più recondito desiderio e deve bensì schivare le pozze, piuttosto che impegnarsi a centrarle.
Ma contro la determinazione e l'ostinazione caprino-maschile da cui sono circondata, posso, ahimè, fare assai poco.
Che mi resta in fondo se non qualche sarcastica affermazione o qualche gesto fisico inconsulto , conseguenza di un puro schizzo cerebrale fomentato , giorno dopo giorno, dalle sempre più incresciose e manifeste coalizioni maschili intra-familiari. Coalizioni che ti spingono sotto alla pioggia scrosciante fino al raptus psicotico , quando gli scarponi n°1 sono belli zuppi sopra al termosifone ad asciugare e ,ai piedi ,tuo figlio indossa i preziosissimi scarponi n°2 , magicamente e necessariamente da preservare per l'indomani; e nonostante ciò il piccolo mostro, istigato dal padre, decide di improvvisare un tuffo carpiato a piedi uniti , piombando a tutto peso al centro di una pozza di inaudite dimensioni.
Inutile ribadire il progressivo ,inarrestabile, irreversibile shock che sono in procinto di subire i miei neuroni .
Mi avvicino alla bestia.
E con tutta la calma e la moderazione che ancora mi restano..allungo un piede verso il suo culo, in un simbolico e contenuto atto di rimprovero. Ma il fato fa il suo corso e gioca ancora una volta a favore dei miei due poveri uomini, vittime incomprese di una severa e dispotica madre e moglie.
Sotto all'innocente contatto del mio piedino vedo il sedere di mio figlio che si accascia a mò di moviola sui polpacci.
In meno di 2 secondi , dopo una giornata di urla scervellate, finalmente ho messo KO mio figlio .
L'angelo indifeso è letteralmente immerso, zuppo d'acqua, piangente, ululante ...al centro della pozza infernale nella quale è riverso bocconi.
Volgari epiteti volano nell'aria , colonna sonora cantata dal mio stonato marito che, in un'improvvisa vocazione salvifico-paterna verso il pargolo, pugnala pubblicamente ogni residuo della mia dignità.
Fortunatamente ci troviamo a pochi passi dalla locanda, luogo di salvezza fisica e di espiazione morale dove lavo tutti i miei peccati sotto una doccia fumante non prima di essermi lavata la bocca blaterando ai miei uomini che questa è certamente l'ultima vacanza che essi hanno occasione di godere assieme alla loro sguattera.
Il silenzio tombale domina .
Mentre la notte sprofonda.
Con essa pensieri , frustrazioni, e la consapevolezza che, in un'altra vita, della razza maschile non voglio conoscere nemmeno l'ombra.
(to be continued)
Dell'acqua alta .....nemmeno l'ombra.
Dell'acqua dal cielo.... a flutti !!!
Dell'acqua per terra...infiniti e sterminati laghi in ogni dove.
Dunque dell'umore...beh...lascio immaginare....
Soprattutto quando tutto il tuo tempo lo trascorri a rammentare a tuo figlio che deve castrare ogni suo più recondito desiderio e deve bensì schivare le pozze, piuttosto che impegnarsi a centrarle.
Ma contro la determinazione e l'ostinazione caprino-maschile da cui sono circondata, posso, ahimè, fare assai poco.
Che mi resta in fondo se non qualche sarcastica affermazione o qualche gesto fisico inconsulto , conseguenza di un puro schizzo cerebrale fomentato , giorno dopo giorno, dalle sempre più incresciose e manifeste coalizioni maschili intra-familiari. Coalizioni che ti spingono sotto alla pioggia scrosciante fino al raptus psicotico , quando gli scarponi n°1 sono belli zuppi sopra al termosifone ad asciugare e ,ai piedi ,tuo figlio indossa i preziosissimi scarponi n°2 , magicamente e necessariamente da preservare per l'indomani; e nonostante ciò il piccolo mostro, istigato dal padre, decide di improvvisare un tuffo carpiato a piedi uniti , piombando a tutto peso al centro di una pozza di inaudite dimensioni.
Inutile ribadire il progressivo ,inarrestabile, irreversibile shock che sono in procinto di subire i miei neuroni .
Mi avvicino alla bestia.
E con tutta la calma e la moderazione che ancora mi restano..allungo un piede verso il suo culo, in un simbolico e contenuto atto di rimprovero. Ma il fato fa il suo corso e gioca ancora una volta a favore dei miei due poveri uomini, vittime incomprese di una severa e dispotica madre e moglie.
Sotto all'innocente contatto del mio piedino vedo il sedere di mio figlio che si accascia a mò di moviola sui polpacci.
In meno di 2 secondi , dopo una giornata di urla scervellate, finalmente ho messo KO mio figlio .
L'angelo indifeso è letteralmente immerso, zuppo d'acqua, piangente, ululante ...al centro della pozza infernale nella quale è riverso bocconi.
Volgari epiteti volano nell'aria , colonna sonora cantata dal mio stonato marito che, in un'improvvisa vocazione salvifico-paterna verso il pargolo, pugnala pubblicamente ogni residuo della mia dignità.
Fortunatamente ci troviamo a pochi passi dalla locanda, luogo di salvezza fisica e di espiazione morale dove lavo tutti i miei peccati sotto una doccia fumante non prima di essermi lavata la bocca blaterando ai miei uomini che questa è certamente l'ultima vacanza che essi hanno occasione di godere assieme alla loro sguattera.
Il silenzio tombale domina .
Mentre la notte sprofonda.
Con essa pensieri , frustrazioni, e la consapevolezza che, in un'altra vita, della razza maschile non voglio conoscere nemmeno l'ombra.
(to be continued)
martedì, gennaio 20, 2004
Tre piccioni con una fava
...da anni inseguo il desiderio di vedere i dipinti di Bosch ...
...da mesi inseguo la mostra di Giorgione ormai prossima alla chiusura...
...da settimane bramo qualche giorno 'consecutivo' di armoniosa serenità coniugale.....
Così, nell’arco di poche ore ,si materializza in un freddo venerdì di gennaio ...l’idea di cogliere non due, bensì tre piccioni con una fava: un romantico weekend a Venezia in compagnia di Alex, Bosch e Giorgione, complice la bassa stagionalità alberghiera ormai prossima a cedere le redini al fastoso ed esoso periodo carnevalesco. Quale occasione migliore di questa insomma per rivedere una città dall’atmosfera unica al mondo ...scevra da orde di giapponesi fotografanti…e perchè no mano nella mano con mio marito, proprio come (lacrima di commozione..) due piccioncini.....
Detto fatto! Tutto organizzato e pronto per la partenza , sveglia puntata alle 6.
Ma ecco che alle 4.40 il primo dramma si materializza nel roco grido che irrompe nella notte .
Non è il gallo. Ma il terzo piccione.
“MRMAMMMAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
”MRMAMMAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaa.. non lassiarmi sciolooooooooo ....!!!
VOIIO ANDARE ANCH'IO A VENESIAAA SULLA BARCAAAA”
In concomitanza Alex, a metà tra la dormiveglia e il desiderio di proseguire il proprio sonno a tempo indeterminato ,sbiascica la sua terrificante premonizione
“…Ehm..sai che..ieri sera…Laura mi ha detto che…a Venezia…in questi giorni...c’è l’acqua alta!!!!”
I miei occhi si paralizzano nel buio mentre alle 4.41 scendo roboticamente dal letto, raccolgliendo il pupo urlante e correndo immediatamente verso il notebook che in tante occasioni ha saputo essermi d'aiuto….e che anche questa volta non sarà da meno pronto a sfatare nell’arco di pochi minuti la plumbea notizia.
“...il picco della marea è previsto per sabato 17 e sarà tra i 90 e i 100 sopra il livello del mare”.
Un travaso di bile è già in atto mentre Lele , ormai certo che i miei sensi di colpa non lo lasceranno a terra, mi interroga prepotentemente sul rischio di affogamento in caso di acqua alta, proponendomi, dulcis in fundo, di infilare nello zaino il salvagente acquistato in riviera la scorsa estate.
Ma ormai siamo in barca, il n° di carta di credito è già in balia dei miei aguzzini locandieri veneziani…e dunque...non mi resta che lanciarmi nel vuoto .
E’ così che alle 6.00 , con i miei due piccioni, scarponi di ricambio e ombrelli, salgo sul treno , armata e pronta ad affrontare a denti stretti e ad armi spianate....tutti gli infausti pericoli delle lagune veneziane ...
(TO BE CONTINUED)
...da anni inseguo il desiderio di vedere i dipinti di Bosch ...
...da mesi inseguo la mostra di Giorgione ormai prossima alla chiusura...
...da settimane bramo qualche giorno 'consecutivo' di armoniosa serenità coniugale.....
Così, nell’arco di poche ore ,si materializza in un freddo venerdì di gennaio ...l’idea di cogliere non due, bensì tre piccioni con una fava: un romantico weekend a Venezia in compagnia di Alex, Bosch e Giorgione, complice la bassa stagionalità alberghiera ormai prossima a cedere le redini al fastoso ed esoso periodo carnevalesco. Quale occasione migliore di questa insomma per rivedere una città dall’atmosfera unica al mondo ...scevra da orde di giapponesi fotografanti…e perchè no mano nella mano con mio marito, proprio come (lacrima di commozione..) due piccioncini.....
Detto fatto! Tutto organizzato e pronto per la partenza , sveglia puntata alle 6.
Ma ecco che alle 4.40 il primo dramma si materializza nel roco grido che irrompe nella notte .
Non è il gallo. Ma il terzo piccione.
“MRMAMMMAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
”MRMAMMAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaa.. non lassiarmi sciolooooooooo ....!!!
VOIIO ANDARE ANCH'IO A VENESIAAA SULLA BARCAAAA”
In concomitanza Alex, a metà tra la dormiveglia e il desiderio di proseguire il proprio sonno a tempo indeterminato ,sbiascica la sua terrificante premonizione
“…Ehm..sai che..ieri sera…Laura mi ha detto che…a Venezia…in questi giorni...c’è l’acqua alta!!!!”
I miei occhi si paralizzano nel buio mentre alle 4.41 scendo roboticamente dal letto, raccolgliendo il pupo urlante e correndo immediatamente verso il notebook che in tante occasioni ha saputo essermi d'aiuto….e che anche questa volta non sarà da meno pronto a sfatare nell’arco di pochi minuti la plumbea notizia.
“...il picco della marea è previsto per sabato 17 e sarà tra i 90 e i 100 sopra il livello del mare”.
Un travaso di bile è già in atto mentre Lele , ormai certo che i miei sensi di colpa non lo lasceranno a terra, mi interroga prepotentemente sul rischio di affogamento in caso di acqua alta, proponendomi, dulcis in fundo, di infilare nello zaino il salvagente acquistato in riviera la scorsa estate.
Ma ormai siamo in barca, il n° di carta di credito è già in balia dei miei aguzzini locandieri veneziani…e dunque...non mi resta che lanciarmi nel vuoto .
E’ così che alle 6.00 , con i miei due piccioni, scarponi di ricambio e ombrelli, salgo sul treno , armata e pronta ad affrontare a denti stretti e ad armi spianate....tutti gli infausti pericoli delle lagune veneziane ...
(TO BE CONTINUED)
giovedì, gennaio 15, 2004
... sui mali minori
Ho appena terminato la lettura di un lungo articolo sulla Shoah, un articolo che traendo spunto dall'opera cinematografica "Il Pianista" di Roman Polanski analizza e discute numerose testimonianze, documenti, citazioni. Tra di esse Hannah Arendt che scrive:
" chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male (...) L'accettazione del male minore viene consapevolmente utilizzata per abituare i funzionari e la popolazione ad accettare in generale il male in sé. Per fare soltanto un esempio fra i tanti possibili: lo sterminio degli ebrei fu preceduto da una sequela di provvedimenti antiebraici che furono singolarmente approvati perchè il rifiuto di collaborare avrebbe peggiorato tutto - finchè si giunse ad un punto in cui non sarebbe potuto accadere nulla di peggio"
..e allora penso a Bush, penso alla salita dell'euro e alla discesa del dollaro, penso al nostro presidente del consiglio , alle sue ricchezze e alle sue prepotenze giudiziarie, penso alla Enron, penso all'Argentina, penso alla Parmalat, e ....penso alle migliaia di immagini che si accavallano l'una sull'altra illustrandomi il caos e la merda di questo mondo.
E penso a questa indifferenza che ci schiaccia nei nostri sterili egoismi personali e familiari.
Il male minore.
E' soltanto questo che sappiamo accettare.
Inconsapevoli e incoscenti dinanzi a un male peggiore che tutto sommato ....non ci adoperiamo in nessuna maniera per scansare.
Ho appena terminato la lettura di un lungo articolo sulla Shoah, un articolo che traendo spunto dall'opera cinematografica "Il Pianista" di Roman Polanski analizza e discute numerose testimonianze, documenti, citazioni. Tra di esse Hannah Arendt che scrive:
" chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male (...) L'accettazione del male minore viene consapevolmente utilizzata per abituare i funzionari e la popolazione ad accettare in generale il male in sé. Per fare soltanto un esempio fra i tanti possibili: lo sterminio degli ebrei fu preceduto da una sequela di provvedimenti antiebraici che furono singolarmente approvati perchè il rifiuto di collaborare avrebbe peggiorato tutto - finchè si giunse ad un punto in cui non sarebbe potuto accadere nulla di peggio"
..e allora penso a Bush, penso alla salita dell'euro e alla discesa del dollaro, penso al nostro presidente del consiglio , alle sue ricchezze e alle sue prepotenze giudiziarie, penso alla Enron, penso all'Argentina, penso alla Parmalat, e ....penso alle migliaia di immagini che si accavallano l'una sull'altra illustrandomi il caos e la merda di questo mondo.
E penso a questa indifferenza che ci schiaccia nei nostri sterili egoismi personali e familiari.
Il male minore.
E' soltanto questo che sappiamo accettare.
Inconsapevoli e incoscenti dinanzi a un male peggiore che tutto sommato ....non ci adoperiamo in nessuna maniera per scansare.
giovedì, gennaio 08, 2004
Oggi finalmente , dopo svariate vicessitudini di consegna , il corriere sda è riuscito a recapitarmi il pacchetto tanto ambito proveniente da Ibs. Al suo interno il regalo di Natale che io ed Alex ci siamo fatti: il dvd rimasterizzato nel 2003 di "Un pesce di nome Wanda" in 5.1 con tanto di contenuti speciali e il 4° libro della serie Harry Potter. La serata è così trascorsa rivivendo ,dopo anni di astinenza, le intrecciate ed esilaranti vicende di Wendy Wanda Otto Archie e company.....splendida gang per una spettacolare e inimitabile commedia inglese che probabilmente merita la medaglia d'oro sul podio delle mie preferite. Per quanto riguarda invece....Harry Potter..
chi è costui? io non lo conosco...non so nemmeno chi sia....Scherzi a parte...diciamo che per quanto riguarda i gusti di quello strano soggetto che è mio marito...beh posso sicuramente affermare che lui è un uomo assai poliedrico: le sue letture spaziano da Tolstoj e Goethe ad Asimov...e ahimé....anche a quelle della saga sul sig. Potter.
Riuscirà a convincermi a assaggiare qualcosa???????????? Dubito fortemente.
E' cosa assai meno probabile del fatto che riesca io a far leggere a lui qualche poesia di Lee Masters o di Hikmet ...
il che, data la sua avversione per la poesia, è tutto dire.....
venerdì, gennaio 02, 2004
Capodanno
Questi giorni di festa, all’insegna di un susseguirsi incessante di inviti e controinviti tra amici con prole , hanno inevitabilmente instaurato una spirale di pranzi e cene pressoché continui , corredati dalla pressoché totale disintegrazione della mia casa ,costantemente sotto alle grinfie delle orde di barbari (alias bambini) che hanno invaso le mura portando tanta vita…ma anche tanta distruzione. D'altra parte la precaria , nonchè necessariamente preservabile, salute di mio figlio mi ha indotta in buona misura a evitare, in sua compagnia, la frequentazione di luoghi affollati dove il rischio di essere contagiati dall’ennesimo virus o batterio era cosa necessariamente da evitare.
Così, per un puro egoistico spirito di sopravvivenza, io e Alex abbiamo deciso di concederci una tregua, una breve pausa di riflessione ed evasione da realizzarsi, perché no, proprio nel giorno di capodanno.
Dopo un’ estenuante notte di fine anno cominciata alle ore 18 e terminata alle ore 2 in compagnia di 4 temerari amici e di 5 bambini che nell’arco del tour de force di 8 ore si sono impegnati all’inverosimile per far smaltire ai genitori il gravame di cibo ingurgitato , siamo partiti alla volta di Siena dove ci attendeva la visita alla Mostra di Duccio e alla Cripta del Duomo.
Alle 10 del primo giorno dell’anno ci siamo lasciati alle spalle il bambino e la casa semidistrutta dalle follie della notte precedente, certi che la noia della nonna sarebbe stata certamente proficua durante la nostra assenza. Traffico inesistente, alle 12.30 eravamo già alle porte di Siena, nel pieno di una giornata di sole che profumava di marzo e niente affatto di gennaio; con noi la Manu e AlfredoAlfredo(**), pronti anch'essi a ricominciare la parata gastronomica interrotta alle 2 della notte precedente.
Una vera e propria osteria senese, La Chiacchera, ci aspettava, con i suoi crostini, coi suoi pici cacio e pepe e al sugo antico e con l’umido di cinghiale che un amico ci aveva tanto raccomandato.
E poi finalmente per le strade, per i vicoli di una città interamente tinta di rosso mattone, una città dove l’orologio pare essersi fermato molti secoli fa.
Inevitabile scappata alla Piazza del Campo, poi dentro al Duomo per vedere lo splendido pulpito di Nicola Pisano, poi alla cripta del Duomo e alle 18, finalmente, la tanto agognata mostra di Duccio da Buoninsegna. La sua splendida Maestà.
E infine il buio e la notte sul piazzale illuminato dai festoni natalizi , i vicoli di notte, il profumo e le luci delle trattorie .
Nell’incanto di una città che straripa di storia e misteri che ancora una volta mi incantano e non smettono di sorprendermi. Regalandomi una pienezza d'anima che incredibilmente mi conferisce forza , animandomi come di uno spirito nuovo.
Che dire in fondo...che non sia già stato detto e ridetto da molti altri....l'arte con la sua bellezza ...allevia le nostre pene, nutre l'anima, ostentando dinanzi a noi storia ed eternità, ribadendendo la nostra infinitesima piccolezza e precarietà di esseri umani . E che altro ci resta da fare se non accettare la resa, fermarci ad ammirare e a estasiarci dinanzi alla grandezza di questi uomini che hanno saputo dare vita eterna alle loro opere e a se stessi.
Diversamente da noi che al calduccio della nostra auto, ai 130 all'ora, felici e appagati, facciamo ritorno alle nostre misere esistenze.
(** soprannome da me appioppatogli a causa di una attitudine ormai consolidata della propria convivente , nonché mia amica, a comportarsi fobicamente alla stregua della Sig.ra Sandrelli nel film del film AlfredoAlfredo)
Questi giorni di festa, all’insegna di un susseguirsi incessante di inviti e controinviti tra amici con prole , hanno inevitabilmente instaurato una spirale di pranzi e cene pressoché continui , corredati dalla pressoché totale disintegrazione della mia casa ,costantemente sotto alle grinfie delle orde di barbari (alias bambini) che hanno invaso le mura portando tanta vita…ma anche tanta distruzione. D'altra parte la precaria , nonchè necessariamente preservabile, salute di mio figlio mi ha indotta in buona misura a evitare, in sua compagnia, la frequentazione di luoghi affollati dove il rischio di essere contagiati dall’ennesimo virus o batterio era cosa necessariamente da evitare.
Così, per un puro egoistico spirito di sopravvivenza, io e Alex abbiamo deciso di concederci una tregua, una breve pausa di riflessione ed evasione da realizzarsi, perché no, proprio nel giorno di capodanno.
Dopo un’ estenuante notte di fine anno cominciata alle ore 18 e terminata alle ore 2 in compagnia di 4 temerari amici e di 5 bambini che nell’arco del tour de force di 8 ore si sono impegnati all’inverosimile per far smaltire ai genitori il gravame di cibo ingurgitato , siamo partiti alla volta di Siena dove ci attendeva la visita alla Mostra di Duccio e alla Cripta del Duomo.
Alle 10 del primo giorno dell’anno ci siamo lasciati alle spalle il bambino e la casa semidistrutta dalle follie della notte precedente, certi che la noia della nonna sarebbe stata certamente proficua durante la nostra assenza. Traffico inesistente, alle 12.30 eravamo già alle porte di Siena, nel pieno di una giornata di sole che profumava di marzo e niente affatto di gennaio; con noi la Manu e AlfredoAlfredo(**), pronti anch'essi a ricominciare la parata gastronomica interrotta alle 2 della notte precedente.
Una vera e propria osteria senese, La Chiacchera, ci aspettava, con i suoi crostini, coi suoi pici cacio e pepe e al sugo antico e con l’umido di cinghiale che un amico ci aveva tanto raccomandato.
E poi finalmente per le strade, per i vicoli di una città interamente tinta di rosso mattone, una città dove l’orologio pare essersi fermato molti secoli fa.
Inevitabile scappata alla Piazza del Campo, poi dentro al Duomo per vedere lo splendido pulpito di Nicola Pisano, poi alla cripta del Duomo e alle 18, finalmente, la tanto agognata mostra di Duccio da Buoninsegna. La sua splendida Maestà.
E infine il buio e la notte sul piazzale illuminato dai festoni natalizi , i vicoli di notte, il profumo e le luci delle trattorie .
Nell’incanto di una città che straripa di storia e misteri che ancora una volta mi incantano e non smettono di sorprendermi. Regalandomi una pienezza d'anima che incredibilmente mi conferisce forza , animandomi come di uno spirito nuovo.
Che dire in fondo...che non sia già stato detto e ridetto da molti altri....l'arte con la sua bellezza ...allevia le nostre pene, nutre l'anima, ostentando dinanzi a noi storia ed eternità, ribadendendo la nostra infinitesima piccolezza e precarietà di esseri umani . E che altro ci resta da fare se non accettare la resa, fermarci ad ammirare e a estasiarci dinanzi alla grandezza di questi uomini che hanno saputo dare vita eterna alle loro opere e a se stessi.
Diversamente da noi che al calduccio della nostra auto, ai 130 all'ora, felici e appagati, facciamo ritorno alle nostre misere esistenze.
(** soprannome da me appioppatogli a causa di una attitudine ormai consolidata della propria convivente , nonché mia amica, a comportarsi fobicamente alla stregua della Sig.ra Sandrelli nel film del film AlfredoAlfredo)