martedì, gennaio 27, 2004

MEMORIA

La fucilazione del 3 maggio 1808 - 1814, Francisco Goya y Lucientes
Nel 1808 la popolazione di Madrid si era sollevata contro le truppe d'occupazione napoleoniche, ma la rivolta era stata stroncata nel sangue. Nella scena della fucilazione, al buio della sera, sceso anche sulle coscienze, soldati senza volto eseguono meccanicamente l'ordine dell'esecuzione; i condannati sono sconvolti dal terrore.
Non sono eroi che si immolano, ma popolani travolti dagli eventi:sembrano invocare pietà e fanno capire che la storia dei popoli passa attraverso il sangue della gente.
Un camiciotto candido, prossimo a essere trapassato dalle pallottole, diventa lo stendardo di una denuncia universale contro la guerra.



Massacro di Corea, 1951, Pablo Picasso
Picasso rivolge un ennesimo appello al pubblico; nella composizione il quadro volutamente richiama la scena della fucilazione di Goya del 1808. Il dipinto rappresenta un drappello di automi che sta per dar fuoco su un gruppo di donne e bambini nudi; ciò che colpisce è la fisionomia deformata e assolutamente anonima del plotone. Composto da esseri quasi privi di vita, a sottolineare la mostruosita' di tutto ciò che è violenza ed oppressione; il quadro acquista così universalità per l'indeterminatezza in cui è lasciata l'identità dell'aggressore: è una condanna non di un massacro particolare, ma di tutti gli orrori che la guerra, la malvagità umana, compiono in tutto il mondo.



1999 ... Fino a quando ?

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