lunedì, marzo 31, 2003

TURTLEIN
"Lele ti faccio la pappa??????" silenzio
"Leeleeee??Ti degni di rispondere????????????????????" silenzio
"Leleeee cappero! se non mi rispondi non posso farti da mangiare !!!!!!!!!!!!!!!!" silenzio
Lele: "Ma il càppelo è quello che si mangia?""
"Leleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee fagkajasdoiruoqipureoqiw MI DICI COSA CAVOLO VUOI DA MANGIARE????????????????????????"
Lele: "Non mi piace il cavolo!!!!!!"
io: "GRUNF SOB GRRRR...se non mi rispondi entro mezzo minuto giuro che ti metto in terrazza e ti lascio lì !!!"
Lele: "VOGLIO I TOLTELLINII
io: "E dove me li zappo scusa??????????????????"
lele: "La gnoggna(=nonna) me li fa semple"
io: "io non sono la nonna e non ho mai fatto tortellini in tutta la mia vita"
Lele sull'orlo dell'isterismo (risultato dei vizi datigli dalla nonna): "MA IO LI VOIIOOOOOOOOOOOOO "
.............
Improvvisamente, come per magia, la nonna TELEPATICA (o che ama origliare...) improvvisa un invito a cena in casa sua, al piano sottostante il mio.
Tempo 10 minuti e siamo tutti a tavola. Il profumo fumante di brodo di gallina grassa e manzo da pascolo appenninico satura l’aria.
Il mio stomaco grugnisce. Le mie ghiandole salivari sono in fibrillazione.
Ullallaaaàààà...Ecco che arriva la nonna ... ma OOPSS..ha in mano un equivoco pentolino mignon contenente n° 1 razione di tortellini, sigh, il mio piatto preferito. Allibita resto impalata come un baccalà col mio grido soffocato in gola mentre assisto inerme e sconfitta al materializzarsi di una cena all’insegna del masochismo.
La cara mamma pone infatti dinanzi a me un piatto stipato di radicchi “appena raccolti nel prato” con mozzarelline ‘ovoline’ ("sono le migliori "dice lei) e olio d’oliva siciliano ("è cosi profumato!!"). Mentre dinanzi ai miei occhi il Lele si squofana tutto quel fumante ben di dio. Ma i miei bit proprio non ce la fanno a sincronizzarsi con sti cazzi di radicchi.
Con arti subdole di persuasione tento dunque di sedurre mio figlio e convicerlo a farmi dono benevolo di qualche tortellino.
Ma non attacca ed egli comincia a librare nell’aria deliranti grida isteriche.
Tento quindi con l’inganno. Attiro con furbizia la sua attenzione su una letterina in televisione (mamma è affezionatissima al GerryScotti) e riesco così a fregargli un tortellino di nascosto. Ma il Lele, che non è per niente fesso , mi becca immediatamente e grida a voce alta un “ BLUTTA CICCIONA NON MI DEVI LUBALE I TOLTELLINI!
GNOOGGNAAAA GNOGGNAAAAA LA MAMMA MI LUBA I TOLTELLINI!!!”
Besctia…solita figura di merda.
A 8 anni rubavo il gelato a mio fratello di 4 anni piu piccolo convincendolo che in fondo non gli piaceva poi così tanto.
E ora faccio la stessa cosa con mio figlio .
E se questo non bastasse giunge ora a deprimermi definitivamente la voce della coscienza (la gnoggnaaa) che sbraita un:
“VERGOGGNET BEIN, TII GRANDA GROSA E FET LA FORBA ANC COI TURTLEN ED TO FIOL”
(=Vergognati bene, sei grande, grossa e fai la furba anche coi tortellini di tuoi figlio)

venerdì, marzo 28, 2003

Tette e baffi

Ore 13.45.
Sono agitata. La ginecologa mi ha prescritto un’ecografia al seno.
L’Asl mi propone le seguenti alternative:
-una ecografia pagata (parzialmente) dal SSN
Prezzo € 36
Data disponibile: 6 settembre
-una ecografia a pagamento
Prezzo € 51
Data disponibile: DOMANI.
Come se ci si potesse permettere di scegliere. Decido di prenotare per domani.
Se devo morire meglio saperlo prima piuttosto che arrivare al 6 settembre morta.

Ma eccoci giunti a 'domani'.
L’appuntamento è tra 15 minuti.
Iperpluriagitata giungo in ospedale, il testamento pronto e il cuore in mano.
Ho bisogno di essere rassicurata, capita, coccolata.
E la dottoressa Ugolini saprà tranquillizzarmi.

Consegno i documenti a una infermiera che pare uscita da PlayBoy.
E vengo immediatamente accolta.
La dott.ssa Ugolini in realtà ha i baffi, la barba , la panza e una discreta faccia da culo.
Il dott. Ugolini incurante della mia presenza e imperterrito scrive le sue memorie su di un diario cartaceo senza degnarsi di voltare lo sguardo verso la porta d’ingresso che si è appena aperta per lasciare entrare la sottoscritta. Inquieta e diffidente non posso fare a meno di notare che i suoi occhi sono SEMICHIUSI.
Deglutisco pensando che evidentemente:
-o è in piena fase digestiva
-o ha appena finito di scoparsi l’infermiera adorante e ossequiosa.
-o è cieco e non si è accorto della mia presenza.
Scarto subito l’ultima ipotesi e incerta tra la prima e la seconda lo osservo nell’ attesa che si decida ad aprire quella bocca per invitarmi a spiegare il motivo della mia visita.
Uno, due, tre, tempo scaduto. Esordisco di mia iniziativa con un “Sa, mi manda la Dott.ssa Rusconi perché….”Ma ecco che finalmente egli apre bocca e lo fa solo per zittirmi con un imperativo “ Si spogli “
Ma lo fa senza alzare lo sguardo nemmeno di 15 gradi.
Che io sia Carlo delle Piane, Lucio Dalla o Anna Falchi , questo lui non può ancora saperlo dal momento che quelle fessure semichiuse che ha al posto degli occhi continuano imperterrite a guardare la scrivania di formica. Per esclusione decido dunque di scartare anche la seconda ipotesi ( data la mancanza pressochè totale di interesse per il gentil sesso).
La situazione si fa preoccupante.
Un dottore in piena fase digestiva è quanto di più pericoloso possa capitare sul proprio percorso. Già ci vuole una discreta dose di esperienza e di creatività per interpretare le immagini sul video della macchina ecografica. Se poi ci mettiamo un dottore semiaddormentato che ha mangiato e bevuto abbondantemente…chissà che potrebbe venirne fuori!
Cerco di mantenere la calma.
Mi tolgo camicia e reggipetto. E mi sdraio a seno nudo.
Ripenso ai pudori stupidi di 10 anni fa. Mentre ora mi accorgo che mostrare le tette è problematico più o meno come mostrare un piede. La mia incuranza insomma è più o meno la stessa che l' Ugolini riserva a me mentre mi spennella con quantità industriali di gel .
Mi chiedo se L’Ugolini quando guarda le tette di una paziente vede un quarto di bue da analizzare o se si accorge di avere dinanzi un corpo femminile.
Istintivo pensare alla povera sfigata che se lo è portato all'altare mentre lui nel frattempo comincia a esplorarmi sapientemente con quella specie di mouse che tiene in pugno. Il silenzio è quasi palpabile con mano. E io ho quasi paura di respirare.
Ho paura che lui possa udire con quell'arnese la tachicardia che impazza nel mio torace.
Tempo 10 minuti e l’Ugolini diviene come per magia l'essere umano di sesso maschile più esperto della mia anatomia fisica.
Mai nessun uomo al mondo ha conosciuto cosi profondamente ogni ghiandola, cellula, massa adiposa contenuta nelle mie due tette. Ora lui è tutt'altro che un estraneo rispetto alla mia esistenza e persistenza corporea. Ma nonostante ciò egli continua a ostinarsi imperterrito nel proprio mutismo.
Mentre io, tachicardica e ansiosa aspetto trepidante il fatidico responso e devo inevitabilmente riprendere l'iniziativa con un timido
"Allora va tutto bene?" Per sentirmi rispondere con un glaciale: “E’ scritto nel foglio”.
AH. Apro la busta . SONO SANA.
Esco dall’ospedale, quasi trotterellando, con una strana, inconsueta voglia di vivere .
Passo davanti alla camera mortuaria affollata di gente e di nascosto faccio le corna toccando le borchie metalliche della mia cintura.
Tié tiè tiè , non è ancora arrivato il mio turno.

Ho giusto giusto un quarto d’ora per rifocillarmi.
E per godermi questo sole alto in cielo .
Questo sole che ,almeno per oggi, ha deciso di sorridere a me e di darla nel culo a qualcun altro.

mercoledì, marzo 26, 2003

Euronews accompagna quasi ogni sera le mie incursioni sul web.
Mentre incursioni di ben altro genere spargono sul piccolo schermo migliaia di bombe uccidendo e graziando casualmente migliaia di esseri viventi.
In una sorta di Tetris infernale in cui in ogni partita nessuno sa cosa potrà cadere e dove cadrà.
Qualche tempo fa andavo a letto con un sorriso sulle labbra, ascoltando il russare beato del mio bimbo addormentato nella stanza attigua.
Da qualche giorno a questa parte invece , quando mi corico, l'unica cosa su cui riesco a concentrare i pensieri è il silenzio surreale che mi avvolge.
Un silenzio prezioso nel quale potrei cullare serenamente il sonno .
Un silenzio che è rotto solo dalle parole di Lele che ,mentre dorme, cita conigli e cavalli che volano...strappandomi un sorriso ..
Mentre in realtà io sto piangendo pensando ai bambini, alle donne, agli uomini che in questo preciso, esatto istante stanno disperatamente cercando di coprirsi le orecchie per fuggire dall'inferno di tutte quelle tonnellate di ferro che piovono dal cielo, tremando a ritmo delle vibrazioni dei muri, nella paura e nell'attesa dell'ordigno che prima o poi cadrà sopra di loro.
E' un silenzio surreale quello che avvolge la mia casa.
E ogni sera, nel buio, insonne, ad occhi aperti, scopro che gli incubi di quelle madri, di quei figli, albergano anche dentro di me.

martedì, marzo 18, 2003

Pomeriggio. Ore 15.00.
Una collega apre bocca e rivolta a tutto l’ufficio commerciale formula il seguente quesito:

"Avete 8 palline tutte uguali esteriormente. Solo una di esse ha un peso differente , è più pesante, rispetto a tutte le altre 7.
Avete una bilancia a due pese e potete effettuare in tutto soltanto 2 pesate per stabilire quale sia la pallina più pesante.
Come si fa a individuarla?"


Ammetto di essere molto attratta da tutto ciò che ruota attorno al q.i. (quoziente intellettivo) .
Per questo motivo il mio cervello inizia a tritare bit e in meno di un minuto trova la soluzione del quesito.
Ma nel frattempo nelle stanze attigue prosegue imperterrito il brulicante mormorio:

Ada “Oddio me la ridici che la scrivo ? Aspetta vai piano! Così posso pensarci “a modo” a casa!!!
Lina “Booooohh che fatica pensare, non ne ho mica voglia! ”
Catia “Ti prego ti prego ti prego dimmi la soluzione ti prego ti prego se no sto male finchè non lo so!!!”

(Nel frattempo tra me e me penso “cazzo provaci che sei l’unica che ce la puo fare..")

Gina resta in silenzio e guarda l’affacendarsi altrui (Il quesito è davvero troppo difficile. E' matematicamente impossibile per lei risolverlo.)
A questo punto manca solo Rosa. Aspetto trepidante di udire la sua voce. La sto aspettando al varco.
Eccola che arriva.....:

Rosa " Ehhhhhh chissà che difficoltà! La soluzione è che le metto sulla bilancia una per una finchè non trovo quella che pesa di più!
Qualcuno obietta “Ueee abbiamo detto 2 sole pesateeeeeeeeee
Rosa "Mah per me sono stronzate questi giochini, non si capisce di sicuro da queste bboiate ll’intelligenza delle persone!!!!"

Che dire. E' piacevole scoprire a 33 anni di trascorrere le giornate in 'buona' compagnia.

domenica, marzo 09, 2003


....
Ed è lì che io alzo lo sguardo, è lì che alzo lo sguardo e lo vedo, lo vedo: il mare.
Per la prima volta, dopo giorni e giorni, lo vedo davvero. E sento la sua voce immane e l'odore fortissimo e, dentro, la sua inarrestabile danza, onda infinita. Tutto sparisce e non rimane che lui, davanti a me, addosso me. Una rivelazione. Sfuma la coltre di dolore e di paura che mi ha preso l'anima, si disfa la rete delle infamie, delle crudeltà, degli orrori che mi hanno rapito gli occhi, si dissolve l'ombra della morte che si è divorata la mia mente, e nella luce improvvisa di una chiarezza imprevedibile io finalmente vedo, e sento, e capisco. Il mare. Sembrava uno spettatore, perfino silenzioso, perfino complice. Sembrava cornice, scenario, fondale.
Ora lo guardo e capisco: il mare era tutto. E' stato, fin dal primo momento, tutto. Lo vedo ballare intorno a me, sontuoso in una luce di ghiaccio, meraviglioso mostro infinito......
(da Oceano Mare - A.Baricco)

sabato, marzo 08, 2003


8 marzo 1988
Primo pomeriggio. Immersa nella totale trepidazione da innamoramento sto aspettando il mio fidanzato. Perchè oggi è il mio giorno, il giorno in cui io sono donna, molto più donna di quanto fossi ieri e di quanto sarò domani. E come tale sarò omaggiata, osannata e consacrata dal mio fedele innamorato. Che giungerà a me con occhi sognanti e ...con il mazzo di mimose più grande che io abbia mai visto. Per regalarmi attimi indimenticabili.

DDDRRRIIIIINNNNN...Eccolo iuppidubiduuuu sta arrivando....
Mi accingo imbellettata come un'attrice a recitare il mio ruolo di diva seduttrice.
Apro la porta. ..Accidenti..ma lui...non ha niente in mano !!!!!!!!!!!! Che fine hanno fatto i MIEI fiori!?!?!?!? Che se li sia scordati in auto?
Ma ecco che dalla tasca sinistra della sua giacca sbuca un cartoccio colorato parzialmente schiacciato.

Trattasi di una gallina.
Una gallina di cioccolata . Con sorpresa ovviamente.
Incredula comincio a mostrare segni di cedimento psicologicoMa come???1!?!?!?!?!?!
E lui :"Beh oggi non è la festa delle galline ??!!!!!!!!!!!!!!???????!!"
"GALLINA? A ME?" Nooooooooooooo "QUESTA NON ME LA DOVEVI FARE!!!!!!!!!!!! "
Che umiliazione!!!!

Litigai. Piansi . Discussi per ore .
Fosse almeno servito a qualcosa.
Sono passati 15 anni.
E se oggi desidero la mimosa dovrò per l'ennesima volta comprarmela da sola.



giovedì, marzo 06, 2003





Può un'amicizia finire dopo 15 anni di parole e esperienze condivise?
Probabilmente no.
Ma il dubbio , lo sai, mi era venuto.
Ed è per questo che avevo preso tempo.
E di giorni nel frattempo ne sono passati.
Anzi ,ormai ,sono passate settimane, forse mesi .
Mentre tra me e te c'è stato , da allora, solo un buon compleanno detto di fretta e senza entusiasmo con una cartolina via web.
Ma è venuto il momento per parlare.
Perchè amicizia è anche sapersi ascoltare.
Perdonare.
E ricominciare.






martedì, marzo 04, 2003

Ho una media di 61 accessi giornalieri nell’ultimo mese, con andamento decisamente discendente.
Comunque troppi se si considera il calo di entusiasmo che negli ultimi tempi mi ha risucchiato ogni idea creativa. Pare si tratti di una normale fase di assestamento che segue di prassi quella esplosiva dei neofiti bloggers. Ma devo essere sincera. Io non ci credevo. E ho dovuto ricredermi. Questa cosa mi dispiace. Mi dispiace perché per quanto io possa considerarmi una semplice e nemmeno particolarmente dotata dilettante scrittrice, scrivere è una delle chiavi per aprirmi l’anima .
Fervore letterario è specchio di forza, di idee, di voglia di vivere.
Vuoto letterario è sintomo invece di apatia, e di altre forme di negatività che rifiuto ma che in questo momento dominano dentro me.
C’è del vuoto , c’è della sofferenza. Ma faccio fatica ad esprimerlo .
Sono estremamente riservata per ciò che sento. Tanto che di questi malumori non riesco a parlare nemmeno con Alex o con le amiche più care.
Mi chiedo se esiste una strada per fuggire dai miei labirinti senza fare del male a qualcuno.

lunedì, marzo 03, 2003

Carnevale
Grande agitazione in casa.
E' giunta inaspettata la notizia che oggi avrà luogo una festa di carnevale nel paesone qui a fianco.
E sono felice di poter regalare un pomeriggio spensierato a Emanuele.
Così passo l'intera mattina col filo in mano . A mettere insieme 3 stracci che diano un senso al set di sciabole che ho comprato ieri.
Dopo ore di impegno l'abito di carnevale è pronto. Emanuele non sta nella pelle. Arriviamo alla discoteca , sede della festa. Il primo essere umano che vediamo all'ingresso è Giacomino. Si, proprio lui, il pagliaccio a cottimo, che invita i presenti a prodigarsi in offerte a favore dell'ospedale cittadino. Orde di Zorri, Dragonball, cappuccetti rossi e damine dell'800 seminano nel frattempo il terrore all'interno del locale ormai molto simile a una discarica tanti sono i piatti, bicchieri , coriandoli e stelle filanti sparpagliati in ogni dove. Con Emanuele per mano avanzo verso il palco . Mio figlio è già terrorizzato dalle luci soffuse rossastre. Lo faccio accomodare in mezzo alle centinaia di bambini seduti sotto il palco e prendo posto nell'area genitori assieme ad alcune amiche. Tra un pò eleggeranno le 6 maschere più belle. Ma prima avrà luogo lo spettacolo di Giacomino (aiuto!!!!!!!!!!) che , anzi, sta per cominciare proprio ora. Giacomino gira con una minibicicletta sul palco. E ad intralciargli la strada c'è una pagliaccia grassissima. E allora lui le si avvicina con un martello gigantesco e la colpisce con forza per togliersela di mezzo. Tempo ..10 secondi e nel mezzo della sala un grido disperato si alza. Tutti si zittiscono, Giacomino compreso. E' lui, lo riconosco. Mio figlio. Che terrorizzato dalle acute grida e dai gesti di Giacomino mi corre disperato e urlante di terrore incontro, mi prende per mano e mi trascina fuori dal luogo infernale mentre io, ignara, ancora mi chiedo cosa possa essergli accaduto di tanto grave da ridurlo in tal stato.
Ma vedo che le sue lacrime sono presto lenite dal piacere del cibo. Dinanzi a un banco straripante di pizzette, sfrappole, bignè e patatine, Emanuele sfoga tutte le sue pene divorando ogni sorta di porcheria. Con persuasive tecniche di approccio verbale tento di convincerlo a tornare dentro alla discoteca. E ci riesco. Ma appena Giacomino riattacca con le sue grida folli il mio povero angioletto racchiuso nel proprio 'crudele' abito, riprende a piangere come un disperato e mi trascina di nuovo lontano da quel posto di orrori e precisamente...dinanzi al banco dolci. I suoi baffetti sono ridotti a un ammasso informe di matita da trucco e lacrime. Mentre io, ormai, ho perso completamente il senso dell'orientamento. Decido di condurre via mio figlio da questo luogo prima che possa fare anche una colica.
Gli prendo la mano, o meglio l'uncino, e mi incammino.
Io e lui, sotto il viale di alberi secolari che ci sovrastano , coi rumori, la voce di Giacomino e la musica che sfumano sempre più da lontano...
Lui che mi dice pure che la festa gli è piaciuta. Lo guardo.
In questo momento qualcuno sta vincendo il premio per la maschera più bella.
...E pensare che Emanuele non avrebbe nemmeno il coraggio di salire su quel palco. E' così timido che oggi non ha avuto nemmeno il coraggio di guardarsi allo specchio dalla vergogna . E per strada camminava con le manine sopra agli occhi per non mostrare il proprio viso ...

Ma ora io fermerei il tempo. Per restare qui a guardarlo, sotto questi platani secolari, nella musica che sfuma da lontano.
Lui, con la sua ciotola di patatine in una mano e l'uncino ben serrato nell'altra.
Lui, che ai miei occhi è il corsaro più bello di tutti.