SEGRETI
Parte 1 / NOTTE INDIMENTICATA
Ci incontrammo per la prima volta 5 anni fa. Sdraiate sui materassini del corso di preparazione al parto, io con la mia pancia.
Cristina con la sua, frutto di una notte rubata, pianta e mai dimenticata.
La incontrai di nuovo molti mesi dopo, per le strade del paese. Tra le affollate vie del mercato io, con un fagotto azzurro tra le braccia. Lei con un fagotto rosa tra le sue.
Nacque così la nostra amicizia. Un invito buttato quasi per caso in gesto di cordialità, prima di salutarci, nelle vie affollate della città.
Di lì a breve furono frequenti le domeniche invernali trascorse assieme. Io e lei sdraiate sui divani davanti al focolare con gli occhi vigili sui nostri piccoli che azzardavano i primi passi, le prime parole, le prime scaramucce.
Sara, la sua bambina , era il frutto di una notte d' amore, frutto di una notte d’inverno in cui Cristina non aveva saputo rinunciare al desiderio di rifugiarsi nel calore delle braccia di un lui senza nome, uomo che era stato tale soltanto sdraiato sul corpo di lei e mai invece coi piedi per terra. Uomo che aveva deciso di lasciarla sola prima coi suoi dilemmi e poi col fardello di questa piccola vita da crescere chiamata Sara.
Sara, figlia inaspettata, indesiderata, dal padre rifiutata.
Io non posi domande a Cristina.
Mai. Mentre Cristina, a testa alta, ostentava quasi con orgoglio il frutto del suo amore clandestino.
Come se avesse furtivamente rubato e conservato gelosamente per sé… il frutto dell’amore impossibile che le aveva imprigionato il cuore.
Parte 2 / UOMO A META'
E' agosto. Una calda sera di agosto. Io e Alessandro siamo ai giardini pubblici assieme a Cristina e a Sara. Sdraiati sull'erba vediamo giungere da lontano una coppia seguita da una bambina. Si tratta di amici di Torino di Cristina e lei ce li presenta quasi esagitatamene nel buio di questa sera senza luna, tra gli unici bagliori colorati di scivoli e altalene. Disinteressata resto sdraiata sul prato in disparte, osservando i bambini giocare, le stelle cadere, ristorata dalll'erba umida, cullata dal ritmo vivace della musica che proviene dagli stands della festa che ha luogo a poche decine di metri da noi. Osservo Alex , che di spalle assieme a Renato beve birra a un tavolo... mentre Cristina pare così stranamente poco interessata a conversare con l'amica torinese.
Osservo i bambini, cercando con sempre maggior curiosità di vedere nel buio il viso fuggevole della bambina torinese, Sofia, che come un folletto corre spensierata coperta dal mare di riccioli biondi che la nascondono e fanno da scia alla sua agile figura.
Così, quando Sofia mi passa accanto la afferro giocosamente tra le braccia . Come una moviola il suo viso si scopre a me attimo dopo attimo rivelandosi. Mi guarda, mi sorride.
Per fuggire di nuovo.
Lasciandomi muta. Pietrificata.
Sofia.. Sara.. Sofia.. Sara....I due nomi si inseguono vorticosi nella mia mente….mentre è quasi meccanico per me alzarmi in piedi e con una scusa qualsiasi avvicinarmi al tavolo in cui siede mio marito assieme a Renato. Sotto alle luci di questo banchetto all'aperto guardo Renato.
Vedo Renato
Segreti irrivelati celati dalla mente si svelano prepotenti su questi piccoli occhi, su queste piccole bocche, su questi piccoli nasi, su questi capelli……
Sofia...Sara.. Sofia... Sara.....vortice nella mente che mi insegue lasciandomi senza alcun dubbio...
PARTE 3 / FESTA
E' il compleanno di Sara. A metà della festa arrivano Renato e Sofia.
Mi siedo in disparte con le mie due tartine , fingendo di interessarmi a discorsi altrui, ma con l'attenzione puntata sulla mia amica che oggi pare animata da una strana verve, da una strana carica che la induce a muoversi energica e sinuosa tra i tavoli degli invitati, con un occhio di riguardo per Renato , sempre primo a essere servito e interpellato. Renato che sotto alla luce del sole è tanto simile all’ignara Sara quanto all’ignara Sofia, figlia legittima non ancora nata quando lui ,maldestro avventuriero, le regalava una sorella di madre diversa.
PARTE 4 / IN DISPARTE
In silenzio resto in disparte a osservare gli sguardi, le parole, le storie della gente.
Cristina, che da tanti anni dice di cercare un papà per la sua bambina che pare non riuscire a trovare.
Cristina, i cui occhi ho visto per la prima volta illuminarsi dinanzi a un uomo che non sarà mai suo, un uomo che ha seguito i primi passi, le prime parole di una bambina che ha per nome Sofia e non Sara.
In disparte osservo la vita che va avanti, coi suoi silenzi e i suoi segreti, al ritmo del tempo che scandisce incessante i suoi minuti.
Mentre per Cristina il mondo si è fermato tra le braccia di un uomo.
In una fredda notte d'inverno. Di 5 anni fa.